“I care”. La forza di queste due parole è radicata nella storia: era lo slogan degli studenti statunitensi degli anni ‘60 che contestavano l’individualismo made in USA; don Milani spiegava ai suoi scolari, gli esclusi dalla società, che era l’opposto del “me ne frego” mussoliniano. Anche tradotte in italiano quelle due parole suonano bene. La cura significa riconoscere che ciascuno di noi è interdipendente, che le scelte migliori sono quelle solidali, che il denaro non è il miglior indice di efficacia quando manca l’umanità. Il Covid lo ha confermato: una sanità che premia chi può spendere e non si prende cura dell’intera società ha fallito il suo compito.